Un
bar quasi affollato, su un qualche pianeta dell’universo.
Lontani
da orecchie indiscrete Peter Quill, fratello
dell’imperatrice di Spartax, ha appena rivolto una
domanda a Claus Carmody, spia dell’Impero di Spartax.
-Non
so chi ti abbia riferito la notizia, ma a quanto ne sappiamo noi J’son di figli
ha solamente tu e Victoria, come ben sai.- risponde
il secondo.
-E’
stato proprio J’son stesso a dirmelo.
-Non
che quello che dice lui su se stesso sia più attendibile di quello che possono
dire gli altri.
-Vero.
-Però
è anche vero che non abbiamo certezze. E’ stato sempre piuttosto scaltro nel
far perdere le proprie tracce. Soprattutto negli anni di gioventù non sappiamo
cosa possa avere combinato. Si narra che per un certo periodo abbia anche
scambiato il proprio corpo con quello di un altro. Nemmeno Golgug
sa dire se ciò corrisponde a verità o sia solamente leggenda, e lui a quei
tempi era già nel Consiglio dell’Impero.- Claus smette di parlare per qualche
secondo, poi riprende -Ti giuro che le cose stanno veramente così. D’altronde,
se non ti avesse presentato ufficialmente lui stesso, non avremmo saputo niente
nemmeno di te.
-Ho
capito, rimarrò con il dubbio.
Star-Lord (Peter
Quill), Phyla-Vell, Rocket Raccoon, Groot e il Principe del Potere (Otherone).
Alcuni li
chiamano eroi.
Altri li
chiamano stolti.
Loro si sono dati il nome di
N. 9
La storia di
Star-Lord
-Quando
ti ho conosciuto pensavo fossi un idiota.
A
parlare è Phyla-Vell e si sta rivolgendo a Star-Lord,
cioè Peter Quill. Il luogo è l’interno della Rakk’n’Ruin II, l’astronave di Rocket Raccoon attualmente usata
dai Guardiani della Galassia.
-Poi
conoscendomi meglio hai cambiato idea.
-No. Conoscendoti
meglio quest’idea si è rafforzata. Però quando abbiamo incontrato tuo padre mi
sono detta che in fondo non è tutta colpa tua. Ma adesso sono quasi convinta
che non sei un idiota. Perché adesso so com’è fatto un vero idiota. E lo so da
quando abbiamo lui con noi.
Così
dicendo indica il Principe del Potere (chiamato anche Otherone),
l’ultimo acquisto dei Guardiani, intento a mostrare e a rimirare i suoi
muscoli.
-Volevi
dirmi qualcosa, Phyla? Ho notato che mi stai
guardando. O forse sei soltanto rimasta affascinata dai miei bicipiti?
-Potresti
coprirti un po’ di più? Mi provoca un certo disgusto avere continuamente
intorno una persona mezza nuda.
-Groot è sempre
completamente nudo e mi pare che nessuno abbia avuto da ridirne.
-Io
sono Groot.- fa notare il quinto e ultimo Guardiano.
-Non
nascondiamoci dietro certi tecnicismi.- ribatte Otherone
-Ho detto il giusto e tutti sapete che è così.
-In
realtà anche io sarei più contento se ti coprissi un po’ di più.- interviene
Peter -Di solito è la donna del gruppo che mostra un po’ più di pelle.
-Maschilista.
-Puoi
anche darmi del maschilista, Phyla, ma ho detto il
giusto e pure tu sai che è così.
-Adesso
non ti mettere a parlare come l’idiota, ti mancherebbe solo questa.
Il
pilota Rocket Raccoon
sbuffa, alquanto infastidito:
-Guardate
con chi mi ritrovo a viaggiare. Cosa ho fatto di male?
-Ehi!
Dovresti sentirti onorato di avere con te il Principe del Potere!
-E
lo Star-Lord!
-Sì,
Star-Lord qui e Star-Lord là! Ero curioso di sapere qualcosa sulla tua Pistola Elementale ma tu Peter non hai voluto ascoltare cosa
volesse dirti tuo padre a proposito di tutta quella storia che la riguarda.
-Perché
sicuramente sarebbe stata una storia inventata.
-Come
fai a esserne sicuro?
-Conosco
J’son di Spartax. Mentre parlava ho avvertito la
chiara sensazione che non volesse veramente dirmi la verità sulla Pistola Elementale, sullo Star-Lord e sul Padrone del Sole. Anche
se non capisco quale possa esserne il motivo. E comunque l’importante è che la
pistola sia in mio possesso e che con me funzioni magnificamente, no?
E
a proposito del padre di Peter, sull’astronave dei Cavalieri Spaziali Iqa sta parlando proprio con lui:
-Peter si è bevuto la
storia che gli hai raccontato riguardo allo Star-Lord?
-Non
ha voluto nemmeno finire di ascoltarla, sigh! E dire
che mi ero veramente impegnato tanto per inventarmi una storia appassionante.
-Hai
davvero intenzione di celargli la verità per sempre?
-Probabilmente
sì. Cioè, lo sai anche tu che in verità non sarebbe mia intenzione, ma è quello
che mi ha fatto promettere lui. E rispetterò la parola data.
-Già,
lui. Il vero padre di Peter Quill.
Erano
tempi forse più duri ma sicuramente più leggeri, si dava più spazio
all’entusiasmo che all’acredine. Altrettanto sicuramente sul giudizio influenza
il fatto che J’son quei tempi li visse da giovane. E il fatto che fu allora che
conobbe e frequentò, come aiutante, Star-Lord. Oppure Padrone del Sole, o
Maestro dell’Universo, o Mistico Galattico, o un altro dei numerosi nomi che si
era dato. Non si faceva problemi a dire da dove veniva, ma non era il suo luogo
d’origine ad avere importanza. Alto, biondo, talvolta con un po’ di barba,
occhi azzurri, spavaldo e allo stesso tempo rassicurante. Dotato di numerosi
poteri la cui portata non era dato conoscere, oppure di un unico potere dotato
però di mille sfaccettature, era solito portare numerose maschere e addirittura
numerose facce. L’unica costante, la sua Pistola Elementale
attraverso la quale si potevano manifestare in modo ancora più evidente i suoi
poteri. Solo pochi arrivarono a conoscere i suoi veri pensieri e ancora meno
furono coloro che lo conobbero veramente. Poteva suscitare ammirazione o
invidia, chiunque però lo avrebbe voluto al proprio fianco. Un avventuriero, un
uomo di pace, una persona che inseguiva chissà chi o chissà cosa. Dal più
giovane J’son, che visse insieme a lui qualche avventura nella galassia, era
solito farsi chiamare semplicemente Gert.
-E’
il tuo vero nome?
-No.
-Allora
perché proprio Gert?
-Perché
ci vuole un attimo per pronunciarlo. Tornerà molto utile quando dovrai
chiamarmi perché accorra in tuo aiuto.
-Grazie
per la fiducia.
Ma
lo stesso J’son lo sapeva che era la verità. Non sarebbe mai stato come Gert. E Gert era colui che di
solito aiutava e che viceversa non aveva bisogno di aiuto.
-Non
è detto che sarà sempre così.- lo corresse Gert.
J’son
rimase un po’ interdetto poiché quella frase l’aveva solamente pensata e non
formulata a parole.
Ovviamente
noi terrestri sappiamo cosa sono gli Acari della polvere. Ecco, gli Acari
Spaziali sono come gli Acari, solamente un po’ più grandicelli.
-Solamente
un po’ più grandicelli, eh, aveva detto il nostro sapiente capo!- dice Phyla con lieve tono di scherno.
-Ammetto
di essermi sbagliato. Credevo fossero grandi al massimo come un uomo.- dice Peter un po’ infastidito.
-Comunque
sicuramente non raggiungono nemmeno l’altezza di otto metri.- nota il Principe
del Potere.
-E
non sono nemmeno armati. Al contrario di noi.- aggiunge Rocket
Raccoon.
-Ma
saranno una cinquantina e noi siamo solamente cinque!- sbotta Phyla.
-Ok,
non sarà la passeggiata che avevo preventivato, ma abbiamo affrontato ben di
peggio.- si fa coraggio Peter.
-Io
sono Groot.- osserva Groot.
-Oh!
Finalmente qualcuno che mi da ragione!- dice Phyla
soddisfatta.
Nel
passato.
Fu
durante il periodo in cui uno stregone cosmico aveva scambiato le menti tra Gert e J’son (cioè J’son si ritrovò nel corpo di Gert e viceversa) che Gert, nel
corpo di J’son, precipitò con la sua astronave sul pianeta Terra. Venne
ritrovato e curato da una ragazza del luogo, Meredith Quill
(il luogo era una fattoria da qualche parte del Colorado). Gert
ripartì dopo che ebbe riparato la propria astronave e non prima di avere avuto
una relazione con quella ragazza. Poco dopo lo stregone cosmico, pensando che Gert aveva imparato la lezione (non perderemo tempo a
spiegare perché lo stregone ce l’avesse con Gert,
anche perché nemmeno noi lo sappiamo), riportò i due (J’son e Gert) ognuno al proprio posto. Fu solo dopo il ritorno alla
normalità che Gert raccontò all’amico la sua
avventura.
-Così,
essendo nel tuo corpo, mi sono fatto passare per te. Spero non ti dispiaccia.
-Quindi
ho avuto una storia con una terrestre senza conoscerla e senza saperlo.
-Ora
lo sai.
-E
quando tornerai a farle visita cosa le racconterai?
-Non
tornerò a farle visita.
-Ah.
Non è molto cortese ma sono affari tuoi.
-Tu
tornerai a farle visita.
-Credo
di non avere afferrato bene.
-Ho
molti nemici pericolosi. Non voglio correre il rischio che rimanga coinvolta.
-Se
tu l’avessi dimenticato, ti ricordo che io sono il prossimo imperatore di Spartax. Probabilmente ho più nemici di te.
-Ma
non pericolosi come i miei. Inoltre tu disponi di più possibilità. Potresti
farla tenere sotto controllo senza esporti personalmente più di tanto.
-Lasciando
pure perdere il fatto sulla dubbia correttezza morale di tutto ciò, io non la
conosco nemmeno!
-Per
quello possiamo rimediare.
Gert appoggiò il
palmo della sua mano destra sulla fronte di J’son. Quest’ultimo visse tutti i
momenti salienti accaduti tra Gert e la terrestre.
-E’
una bella ragazza. Ed è pure in gamba. Ci sto.- si convinse infine J’son.
-Ti
ringrazio. Un’ultima cosa. Ha da poco avuto un figlio. Mio figlio.
-Ma
allora sei tornato a visitarla!
-No. Lo so perché
lo so. Comunque tecnicamente è figlio tuo. Un motivo in più per andarla a trovare
ogni tanto.
-Certe
volte non riesco a comprenderti.
-Sono
lo Star-Lord. Non sono nato per essere compreso.
La
scena si presenta in questo modo: terreno sabbioso, qualche catapecchia ai
lati, i cinque Guardiani della Galassia da un lato e a distanza di una ventina
di metri una cinquantina di creature alte dai cinque ai sei metri molto
assomiglianti agli Acari.
Poco
prima i Guardiani, mentre viaggiavano nello spazio sulla loro Rakk’n’Ruin II, avevano
intercettato una richiesta d’aiuto proveniente da quel satellite nella quale si
parlava di un’invasione di Acari Spaziali. Al loro arrivo avevano però trovato
solamente un piccolo paese già devastato e gli invasori che avevano ancora
fame.
-Magari
c’è ancora qualcuno vivo, nascosto tra quello che è rimasto delle loro case.- osserva Peter -In ogni caso non abbiamo scelta, quei
simpaticoni oramai ci hanno adocchiati e vogliono fare uno spuntino con noi.
Non
c’è molto da dire sullo scontro. Gli Acari non possono opporre molta resistenza
contro le armi di Rocket Raccoon,
i rami di Groot, la Spada Stellare di Phyla-Vell e il Martello d’Oro e la forza del Principe del
Potere. Ancora peggio va a loro contro la Pistola Elementale
di Star-Lord. Peter Quill si ritrova a terra dopo
aver inciampato e quando un nemico sta per sovrastarlo egli esplode un raggio
con la sua pistola, usando la massima potenza. Cinque Acari Spaziali vengono
annientati in un secondo.
-Uau! Quest’arma mi
sembra che diventi sempre più potente.
-O
forse è solo che finalmente stai imparando a usarla come si deve.
-Sempre
prodiga di complimenti, Phyla. Grazie.
Una
volta vinto lo scontro, un silenzio spettrale avvolge i Guardiani.
-Adesso
che non ci sono altri suoni a disturbarmi, il mio super udito avverte la
presenza di altri di quegli esseri.- rivela Otherone
agli altri.
-E
riesci pure a capire quanti sono e quanto sono distanti?- chiede Phyla.
-Sono
tanti. E sembrano trovarsi nel sottosuolo.
-Nel
sottosuolo? Grossi come sono?
-Dubiti
forse dei miei poteri? Inoltre non sappiamo cosa ci possa essere qui sotto.
-Che
questo satellite brulichi di questi Acari?- si domanda Rocket.
-Ma
la richiesta di aiuto ci è arrivata poco fa.- obietta
Peter -Hanno invaso questo posto in così poco tempo?
-Forse
abitavano qui già da tempo immemore, limitandosi a girovagare nel sottosuolo, e
solo recentemente hanno deciso di spostarsi sulla superficie.
-A
quanto pare è andata proprio così.- conferma un
essere umanoide dalla pelle magenta, con due occhi gialli e capelli bianchi.
Costui
si rivela essere la persona che aveva lanciato la richiesta di soccorso.
-Purtroppo
sembra che sia rimasto l’unico in vita. Ma senza il vostro intervento sarei
morto pure io. Vi ringrazio.
-Ci
dispiace non poter essere intervenuti prima. Avremmo potuto salvare altre vite.- si rattrista Phya-Vell.
Rocket Raccoon impugna una pistola e spara verso l’umanoide,
ferendolo alla spalla destra.
-E
adesso cosa ti prende, strambo procione?- chiede un interdetto Principe del
Potere.
-Va
bene che possiamo essere arrivati solo a cose fatte, ma questo posto mi è
sembrato da subito sin troppo desolato. Inoltre prima di atterrare ho notato
alcune dune dalle forme strane, al punto che ho pensato che non fossero di
origine naturale. Che siano lì per nascondere qualcosa? Magari i resti delle
precedenti astronavi che sono atterrate qui.
-Bravo
Rocket.- si complimenta Peter -Sto cominciando a
capirci qualcosa anch’io.
-Io
invece non capisco cosa volete insinuare.- interviene l’umanoide.
-Noi
ce ne andiamo.- continua Rocket -Preferisci seguirci
o preferisci morire su questo satellite? E non provare a mandarcene contro
altri che ci metto un secondo a farti fuori.
-Aspetta.
Vuoi forse dire che…- comincia a comprendere pure Phyla.
-Non
c’è stata un’invasione di Acari. Non c’era altra popolazione su questo
satellite.- comincia a spiegare Rocket -E’ questo
tizio che controlla quegli esseri e che attira innocenti in questo posto con
false chiamate di soccorso. Per poi farli uccidere e impossessarsi dei loro
averi.
-Sei
piuttosto in gamba, procione. Peccato per voi che tu non abbia previsto che io
potessi essere in possesso di un meccanismo di teletrasporto. Tanti saluti.
Ma
l’umanoide non fa in tempo ad azionare il teletrasporto, poiché viene trafitto
da un ramo di Groot che si è allungato
velocissimamente.
-Io
sono Groot.- dice Groot
agli altri, per motivare il suo gesto.
-Non
posso darti torto. Però un po’ mi dispiace che sia finita così.-
ribatte Phyla-Vell.
-Io
invece non riesco a dispiacermi per la fine che ha fatto questo verme.- dice
Peter.
-Guada
che anche per me è così. Ho detto che mi spiace ma solo perché avrei tanto
voluto torturarlo, prima.
-Ah,
ecco. Mi sembrava strano.
-Amici,
è meglio andarcene il prima possibile. Avverto un certo movimento nel
sottosuolo.- interviene Otherone.
-Quando
arriveranno in superficie troveranno qualcosa da mangiare.- conclude Rocket mentre si allontana osservando il cadavere
dell’umanoide.
Nel
passato.
Peter
Quill, il figlio di Meredith e di Gert
(nel corpo di J’son) era oramai diventato un ragazzino.
-E
mi ha raccontato di avere sognato una persona che si fa chiamare Maestro del
Sole e che ha promesso di donargli un grande potere che farà di lui lo Star-Lord.- raccontò J’son a Gert,
durante uno dei loro sempre più rari incontri.
-In
effetti sono riuscito a contattarlo mentalmente. Non ero certo di farcela.
-Gli
passerai veramente i tuoi poteri?
-Sapevi
già che sono in grado di farlo.
-Sì,
ma pensavo che non lo avresti mai fatto. Oppure che li avresti passati a
qualcun altro.
-Magari
a te.
-Anche.
-Mi
spiace.
-Di
cosa? E poi comunque li avrà mio figlio.
-Già.
-Ma
almeno a Peter racconterai la verità, un giorno?
-Credo
di no. E avrei piacere che evitassi pure tu di farlo.
-Orbene,
passiamo ad altro, tanto su questa questione non c’è verso di comprendersi.
Quale sarà la nostra prossima missione?
-Ho
rintracciato lo stregone cosmico che ci scambiò di corpo. Potremmo fargliela
pagare.
-Piacerebbe
anche a me ma preferisco non averci più a che fare. Probabilmente è fuori dalla
nostra portata. Pure da quella di uno come te, Gert.
-Fa
male sentirselo dire ma in fondo potrebbe essere la verità.
Astronave
dei Cavalieri Spaziali.
J’son
sta pensando. Forse non sempre, anzi, quasi mai, si è comportato in modo
esemplare con le donne che ha conosciuto. Ma con Meredith Quill
è stato diverso. Sin dalla prima volta che l’aveva incontrata aveva deciso che
non l’avrebbe ingannata ulteriormente. Lei era convinta di essere o di essere
stata innamorata di lui, ma lui sapeva come stavano veramente le cose. Così
decise che sarebbe tornato principalmente per Peter. Meredith accettò.
Ogni
tanto capita che J’son si senta fiero di se stesso e questo è uno di quei
(rari) casi. Sta ancora compiacendosi quando Iqa gli
si avvicina.
-C’era
questa foto in terra. Deve essere caduta a te.
-Me
l’ha data Peter prima di salutarci. Recentemente è stato sulla Terra e si è
fatto fotografare insieme a sua madre e all’ultimo compagno di lei.
-Gli
hai dato un’occhiata?
-No. Per il momento
preferisco evitare.
-Geloso?
-Come
potrei? Io non sono mai stato veramente innamorato di lei. Quello innamorato
era Gert.
-Immagino
che questo suo compagno tu non l’abbia mai incontrato.
-E’
così. Negli ultimi anni mi sono recato raramente da Meredith, ma ogni volta lui
non c’era mai. Ma perché di colpo ti sei messa a chiedermi queste cose?
-Io
del tuo amico Gert posso dire la stessa cosa, non
l’ho mai incontrato. Ma mi hai descritto il segnale che facevate quando vi
incontravate, per avere la sicurezza di essere veramente voi. Un gesto con la
mano sinistra piuttosto articolato, che difficilmente uno farebbe casualmente.
-Vero.
E quindi?
-Fossi
in te dare un’occhiata alla foto.
J’son
ha un’improvvisa illuminazione e afferra la fotografia. Ci sono Peter, Meredith
e il compagno di lei, Martin. La faccia di quest’ultimo gli ricorda qualcuno,
ma a catturare la sua attenzione è soprattutto quel gesto che Martin sta
facendo con la sua mano sinistra.
-Ecco
dov’era finito quel bastardo!- esclama J’son sorridendo -Alla fine è tornato da
lei.
Note galattiche.
Storia
scritta giusto per dare un punto fermo (più che una spiegazione) alla vicenda
dello Star-Lord e della Pistola Elementale. Avrei
anche potuto evitare ma mi piaceva troppo usare la scena finale. Probabilmente
la questione si chiude qui.
Per
tutto il resto, niente da segnalare.